In etichetta dalla vendemmia 2019 i 33 cru del Soave, grazie alla necessaria pubblicazione della modifica del disciplinare sulla Gazzetta Europea. I nomi delle Unità Geografiche Aggiuntive (“Uga”) – 28 cru nella zona classica, 2 nella zona vulcanica di Roncà e 3 nelle colline calcaree della Val d’Illasi e di Mezzane – potranno essere utilizzati dai produttori di Soave per promuovere le tipicità organolettiche delle uve provenienti dai diversi terreni.
I vini con l’indicazione delle Uga e delle vigne, approvate per decreto dalla Regione Veneto, saranno presto sugli scaffali e nei ristoranti. In totale sono 23 le Unità Geografiche Aggiuntive rivendicate sin ora su 270 ettari di denominazione, “segno del coinvolgimento e della condivisione di tutti i produttori di questo percorso”, sottolinea il Consorzio di Tutela del Soave.
Si tratta di Broia, Brognoligo, Carbonare, Castellaro, Castelcerino, Colombara, Costalunga, Coste, Costeggiola, Fittà, Foscarino, Froscà, Menini, Monte Grande, Pigno, Pressoni, Sengialta, Tenda, Volpare, Zoppega, Duello, Paradiso e Roncà – Monte Calvarina.
“Non possiamo che essere contenti del risultato – spiega Sandro Gini, presidente del Consorzio – gran parte dei produttori ha saputo cogliere l’occasione di differenziare la loro produzione di qualità attraverso le Unità Geografiche e le vigne e speriamo ci saranno presto tante occasioni per portare questo racconto in giro per il mondo”.
Il percorso di introduzione delle Unità Geografiche Aggiuntive è iniziato 30 anni fa con un attento lavoro cartografico, sfociato nella zonazione e quindi nello studio dei suoli. “Un lavoro propedeutico fondamentale per la caratterizzazione dei singoli cru – evidenzia il Consorzio – che sono stati definiti sia per le loro caratteristiche pedoclimatiche sia per la loro storia, che in alcuni casi ha radici nell’epoca napoleonica”.
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